4WD - INTEGRALE
Nel 1986, con l'uscita della seconda serie, viene presentata la PRISMA 4WD, prima versione nonché prima berlina italiana di grande serie offerta a trazione integrale permanente..
L'impostazione e il posizionamento sul mercato sono differenti rispetto alla Delta: se questa è destinata a una clientela spiccatamente sportiva, la Prisma si rivolge più a chi ha a cuore la sicurezza di marcia in ogni condizione, specialmente quelle più difficili come pioggia, neve e fango. Questo porta da un lato a minori vendite rispetto all'enorme successo riscosso dalla Delta, ma anche e soprattutto a un utilizzo diverso.
Se la Prisma 4WD (e successivamente integrale) non si presta a stravolgimenti tecnici ed estetici (cui invece molte Delta negli scorsi anni sono state - spesso violentemente - sottoposte, e il cui effetto si trova ancora oggi scorrendo gli annunci) dall'altro si presta a un utilizzo quotidiano più severo e intenso, che non ha certo aiutato la sua conservazione nel tempo.
Allestita in maniera molto sobria, prevede come elementi caratterizzanti l'esterno le minigonne di colore nero con la scritta identificativa "4WD", che si trova pure sulla mascherina come ovviamente sul retro, gli pneumatici di dimensioni maggiorate montati su cerchi in lega leggera, i fari di profondità, lo specchio esterno destro..
I fari di profondità sono azionati tramite un tasto nella consolle centrale e, differentemente dai "fendinebbia", si accendono solamente insieme agli abbaglianti, con cui condividono il simbolo nella spia e sul tasto di accensione.. Questo funzionamento particolare permette anche di azionarli durante il "lampeggio".
Il motore è il 2.0 i.e. aspirato da 115 cv; il serbatoio, la cui capienza resta di 57 litri come nelle versioni a trazione anteriore, è conformato per permettere il passaggio dell'albero di trasmissione. Esso è fonte nel tempo di diverse noie, principalmente riconducibili ai condotti e alle giunzioni, soggetti a rottura..
A causa dell'ingombro della trasmissione, il terminale di scarico è dedicato.
La ruota di scorta, di dimensioni ridotte, è come sulla Delta posta sul lato sinistro del bagagliaio, viene tenuta in posizione da una vite in plastica nera e protetta da un fodero in finta pelle. Lo spazio a disposizione per i bagagli si riduce, ovviamente, di conseguenza.
Il tergicristallo lato guida è dotato di un piccolo spoiler.
La Prisma 4WD è dotata degli stessi interni (in tessuto) delle versioni di punta 1.6 i.e. e turbo ds.
La strumentazione ha la grafica a quadranti circolari, analogamente a quella prevista sulle Delta HF. Sotto il check panel si trova il pulsante per il blocco del differenziale posteriore, che a differenza delle Delta va comandato manualmente in caso di necessità. Accanto a tale pulsante c'è la scritta "4WD". Al centro del cruscotto, anziché l'econometro, si trova il manometro dell'olio motore, la cui scalatura è dapprima 0-3-6, per poi divenire (durante la produzione della integrale) 0-4-8.
La trazione è integrale permanente, con una ripartizione anteriore - posteriore rispettivamente del 56% e 44%. E' prevista di serie quella che in Lancia viene denominata "idroguida" ovvero il servosterzo ZF., quasi indispensabile visto il peso della vettura.
Nel 1987, al passare della denominazione a PRISMA integrale, diventano disponibili le celebri tinte bicolore., che sono forse di questa versione la caratteristica più nota.
E' possibile che l'argomento sia stato a volte frainteso: le tinte bicolore erano opzionali, perciò si trovano normalmente esemplari a tinta unica, nei colori "canonici" del catalogo.
Gli interni sono ora in Alcantara. La scritta accanto al pulsante del blocco differenziale diventa, più coerentemente con la funzione dello stesso, "REAR LOCK".
Le scritte identificative sulle minigonne, sulla mascherina e sul retro recano ora la dicitura "integrale". La scritta identificativa sul retro vettura è oggi pressoché introvabile.
Per quanto riguarda le dotazioni esterne, l'auto è fornita di serie ora anche con i lavatergifari, precedentemente opzionali; questi sono abbinati al correttore assetto fari comandato dall'interno della vettura, tramite una rotella posta alla sinistra della leva del freno a mano: una rarità al tempo.
Sono inoltre previsti i paraspruzzi posteriori, mentre sui montanti centrali, analogamente alle Delta HF, compare un piccolo stemma Lancia.
I cerchi in lega, di forma e dimensioni invariati, sono ora diamantati, anziché verniciati.
Viene previsto un riposizionamento a livello di prezzi: rispetto alla 4WD, l'integrale è quindi più equipaggiata e costa meno
Una Prisma integrale continua comunque a costare circa come una Thema in versione base (sui 25 milioni di lire), una cifra importante considerando che una Prisma 1.6 i.e. viene a costare tra 18 e 19 milioni..
In totale sono state prodotte 4522 Prisma 4WD e integrale (contro le oltre 40.00 Delta 4WD e integrali prodotte!): ciò rende queste versioni oggi molto rare e desiderabili dal punto di vista collezionistico. Il valore e l'interesse verso queste versioni sono di conseguenza in crescita.
L'impostazione e il posizionamento sul mercato sono differenti rispetto alla Delta: se questa è destinata a una clientela spiccatamente sportiva, la Prisma si rivolge più a chi ha a cuore la sicurezza di marcia in ogni condizione, specialmente quelle più difficili come pioggia, neve e fango. Questo porta da un lato a minori vendite rispetto all'enorme successo riscosso dalla Delta, ma anche e soprattutto a un utilizzo diverso.
Se la Prisma 4WD (e successivamente integrale) non si presta a stravolgimenti tecnici ed estetici (cui invece molte Delta negli scorsi anni sono state - spesso violentemente - sottoposte, e il cui effetto si trova ancora oggi scorrendo gli annunci) dall'altro si presta a un utilizzo quotidiano più severo e intenso, che non ha certo aiutato la sua conservazione nel tempo.
Allestita in maniera molto sobria, prevede come elementi caratterizzanti l'esterno le minigonne di colore nero con la scritta identificativa "4WD", che si trova pure sulla mascherina come ovviamente sul retro, gli pneumatici di dimensioni maggiorate montati su cerchi in lega leggera, i fari di profondità, lo specchio esterno destro..
I fari di profondità sono azionati tramite un tasto nella consolle centrale e, differentemente dai "fendinebbia", si accendono solamente insieme agli abbaglianti, con cui condividono il simbolo nella spia e sul tasto di accensione.. Questo funzionamento particolare permette anche di azionarli durante il "lampeggio".
Il motore è il 2.0 i.e. aspirato da 115 cv; il serbatoio, la cui capienza resta di 57 litri come nelle versioni a trazione anteriore, è conformato per permettere il passaggio dell'albero di trasmissione. Esso è fonte nel tempo di diverse noie, principalmente riconducibili ai condotti e alle giunzioni, soggetti a rottura..
A causa dell'ingombro della trasmissione, il terminale di scarico è dedicato.
La ruota di scorta, di dimensioni ridotte, è come sulla Delta posta sul lato sinistro del bagagliaio, viene tenuta in posizione da una vite in plastica nera e protetta da un fodero in finta pelle. Lo spazio a disposizione per i bagagli si riduce, ovviamente, di conseguenza.
Il tergicristallo lato guida è dotato di un piccolo spoiler.
La Prisma 4WD è dotata degli stessi interni (in tessuto) delle versioni di punta 1.6 i.e. e turbo ds.
La strumentazione ha la grafica a quadranti circolari, analogamente a quella prevista sulle Delta HF. Sotto il check panel si trova il pulsante per il blocco del differenziale posteriore, che a differenza delle Delta va comandato manualmente in caso di necessità. Accanto a tale pulsante c'è la scritta "4WD". Al centro del cruscotto, anziché l'econometro, si trova il manometro dell'olio motore, la cui scalatura è dapprima 0-3-6, per poi divenire (durante la produzione della integrale) 0-4-8.
La trazione è integrale permanente, con una ripartizione anteriore - posteriore rispettivamente del 56% e 44%. E' prevista di serie quella che in Lancia viene denominata "idroguida" ovvero il servosterzo ZF., quasi indispensabile visto il peso della vettura.
Nel 1987, al passare della denominazione a PRISMA integrale, diventano disponibili le celebri tinte bicolore., che sono forse di questa versione la caratteristica più nota.
E' possibile che l'argomento sia stato a volte frainteso: le tinte bicolore erano opzionali, perciò si trovano normalmente esemplari a tinta unica, nei colori "canonici" del catalogo.
Gli interni sono ora in Alcantara. La scritta accanto al pulsante del blocco differenziale diventa, più coerentemente con la funzione dello stesso, "REAR LOCK".
Le scritte identificative sulle minigonne, sulla mascherina e sul retro recano ora la dicitura "integrale". La scritta identificativa sul retro vettura è oggi pressoché introvabile.
Per quanto riguarda le dotazioni esterne, l'auto è fornita di serie ora anche con i lavatergifari, precedentemente opzionali; questi sono abbinati al correttore assetto fari comandato dall'interno della vettura, tramite una rotella posta alla sinistra della leva del freno a mano: una rarità al tempo.
Sono inoltre previsti i paraspruzzi posteriori, mentre sui montanti centrali, analogamente alle Delta HF, compare un piccolo stemma Lancia.
I cerchi in lega, di forma e dimensioni invariati, sono ora diamantati, anziché verniciati.
Viene previsto un riposizionamento a livello di prezzi: rispetto alla 4WD, l'integrale è quindi più equipaggiata e costa meno
Una Prisma integrale continua comunque a costare circa come una Thema in versione base (sui 25 milioni di lire), una cifra importante considerando che una Prisma 1.6 i.e. viene a costare tra 18 e 19 milioni..
In totale sono state prodotte 4522 Prisma 4WD e integrale (contro le oltre 40.00 Delta 4WD e integrali prodotte!): ciò rende queste versioni oggi molto rare e desiderabili dal punto di vista collezionistico. Il valore e l'interesse verso queste versioni sono di conseguenza in crescita.